Fammi entrare nella tua vita. Anche e soprattutto dove sei sola e nessuno ti vede: fammi entrare. Dammi il senso di qualcosa che capiti matematicamente una volta al mese.

domenica 1 febbraio 2009

Quella donna sembra acqua, ma è grappa.

Portami fuori a cena, Baustelle.
Fammi vedere il centro.
La tua pelle odora d’oleandro,
Scortami gentilmente
In una discoteca
Sulle stelle

E' finalmente finita. Mi fai sempre più capire che mi ingarbuglio per un cretino. Se non ci tieni, direi che si può benissimo farla finita, altrimenti resta pure a piangere sul tuo latte versato, io sto benissimo.

Dammi una sigaretta, “Copenhagen”.
Fammi vedere gli occhi,
La tua pelle esce da scollature
Ferisce mortalmente.
Baciami bella bionda,
Sulle stelle.


Non eri quello che volevo inconsciamente già lo sapevo, ma sto meglio così. Mi sono fatta del male, e ora le ferite si stanno velocemente rimarginando, è come se non fosse accaduto mai nulla. Trovati una cuoca migliore.

Passano,
Le straniere comprano.
Le fontane crollano
Sono come me.
Vengono da tristezze artiche,
Nei locali cercano
Forme di ye-yé.

E la birra ha un sapore migliore se bevuta fra gli amici, che ascoltano, che comprendono, che rallegrano. Con te sapeva di zucchero e insicurezza. Anche non parlarti più ha un sapore migliore, sa di rabarbaro.

Ballano,
Le svedesi.
Portano minigonne pallide,
Sono come me.
Dondola,
La mia vita solita,
Tutto questo implica
Una gioventù.
Urlano le straniere comprano,
Tutto questo implica
Forme di ye-yé.
Brancolo nell’agosto torrido.
Questo film ridicolo
Quando finirà?

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